OLOL Posted October 1, 2005 È L’UNICO PAESE AL MONDO DA QUASI TRE LUSTRI SENZA UN GOVERNO SOMALIA ANNO ZERO Dopo 14 anni di guerra civile, che ha provocato 300.000 vittime e milioni di sfollati, il Paese vive una sorta di "pace armata". In attesa che nella capitale si insedi il nuovo Governo. Jowhar, Somalia «Questo è l’ottavo. Morto di malaria. Non è possibile. Otto bambini, capite?, uccisi da una banale malaria». Scuote la testa, Gabriele, e allarga le braccia, la voce alterata dalla rabbia repressa. Afferra un fascio di carte dalla scrivania e le agita davanti ai nostri occhi. «Otto, in meno di un mese. Possiamo andare avanti così?». Lo sfogo di Gabriele avviene nella pediatria dell’ospedale di Jowhar. Il blu delle pareti accentua la penombra e sfuma i lineamenti dei mucchietti d’ossa denutriti che le mamme tengono in grembo, nei quattro letti della piccola stanza. Abbiamo visitato tutto il piccolo ospedale: un caso di lebbra, alcune ferite d’arma da fuoco, una quindicenne con un cancro al fegato in fase terminale, tanti malati di malaria e malnutriti. E diversi neonati, perché ovviamente la maternità è affollata. Gabriele Lonardi è un medico. Anzi, è il medico, l’unico nel raggio di decine e decine di chilometri. Veronese, una cinquantina d’anni ben portati, Gabriele è tutt’altro che un pivello, in fatto di cooperazione: plurispecializzato in malattie tropicali, è appena arrivato in Somalia dopo 25 anni di Brasile, direttamente all’ospedale di Jowhar, per rimetterlo in sesto insieme a due altri italiani mandati qui dall’Ong Intersos: l’infermiera Maria Salghetti e Alex Maffeis, responsabile del centro per la tubercolosi. Sono giunti uno dopo l’altro, sei, cinque e tre mesi fa, e hanno trovato non un ospedale ma una via di mezzo fra un girone dantesco e un immondezzaio. «La gran parte dei pazienti presenta patologie curabilissime. Ma non abbiamo nulla per curarli. Ogni giorno, qui, si alternano momenti di gioia e di dolore», aggiunge il dottore. «Oggi siamo stati sconfitti, questo bambino è stato vinto dalla malaria. Ma ieri abbiamo salvato un neonato, venuto alla luce da un parto trigemellare con una malformazione al retto. Sarebbe morto in pochi giorni. Ce ne siamo accorti proprio mentre facevamo un giro in corsia con un’équipe della Croce Rossa di Nairobi. Si trattava di un delicato intervento per rimuovere una membrana e fare la ricostruzione del retto. "Io questo intervento non lo so fare", ho detto al medico della Croce Rossa. "E tu?". "Io sì", mi ha risposto semplicemente, "sono chirurgo e conosco la tecnica". Detto fatto: ci siamo infilati il camice verde e abbiamo operato. Il neonato è salvo e sta benone. Quasi un miracolo: un giorno prima o un giorno dopo questo intervento non sarebbe stato possibile». Un ospedale senza medicine Gabriele, Maria e Alex stanno dando l’anima per far funzionare l’ospedaletto. Ma possono dare solo la propria esperienza e abilità . Infatti, non hanno medicine, non hanno strumenti chirurgici, non hanno nemmeno l’acqua potabile (l’unico pozzo è in cortile). «Intersos ci ha mandati qui, ma il finanziamento è ancora fermo all’Unione europea», dicono i cooperanti. Così, senza soldi e con una struttura pressoché inesistente, si danno da fare a inventarsi soluzioni, a chiedere aiuti estemporanei alle agenzie di Nairobi, a farsi mandare qualche scatola di farmaci e materiale chirurgico dalla Croce Rossa. Il Governo nato a Nairobi Eppure, questo ospedaletto è diventato importante. Non solo perché a Jowhar c’è il nuovo Governo di transizione – e la sede presidenziale si trova di là dalla strada, a non più di 50 metri –, non solo perché l’arrivo di ministri e parlamentari ha comportato un forte afflusso di popolazione civile da tutta l’area, ma anche perché malati e feriti arrivano fin dal confine con l’Etiopia, a 300 chilometri di distanza, perché nella Somalia di oggi la sanità semplicemente non esiste in aree vastissime. Jowhar, fino a pochi mesi fa, era un paesotto di 22.000 abitanti. Aveva un simulacro d’ospedale, una scuola, una sede dell’Unicef e poco altro. Ora ospita temporaneamente il Governo, nato a Nairobi dall’ultima lunga conferenza di pace (la quattordicesima in 14 anni di guerra civile), in attesa che le istituzioni possano rientrare a Mogadiscio, la capitale storica, che è ancora in balia dei "signori della guerra" e dei gruppi di estremisti islamici. La villa del governatore di Jowhar è stata prestata al presidente Abdullhai Yusuf e al primo ministro Ali Mohamed Gedi. E la scuola primaria è stata riadattata ad accogliere ministri e parlamentari: dormono in camerate, otto o nove per aula, in attesa che siano ultimati gli alloggi che l’Italia ha inviato con un ponte aereo. Il nostro Paese ha organizzato 14 voli con prefabbricati, generatori e materiale logistico per predisporre il campo d’addestramento del primo nucleo – 1.500 uomini – di quelli che saranno il nuovo esercito nazionale e la polizia. Nel Paese dell’anarchia La Somalia è all’anno zero. Dopo 14 anni di guerra civile feroce e sanguinaria (la stima è di 300.000 vittime e milioni di sfollati e rifugiati all’estero), basta percorrere le viuzze impolverate della città o cercare di raggiungere la vicina costa a non più di 90 chilometri in linea d’aria per rendersi conto di cosa significhi vivere nell’unico Paese al mondo che ha passato quasi tre lustri nell’anarchia. Significa che i telefoni cellulari funzionano perfettamente e gli aerei del chat (la piantina blandamente allucinogena che tanti somali masticano senza sosta) atterrano con puntualità svizzera. Ma significa pure che i pochi ospedali esistenti sono gestiti da Ong o agenzie umanitarie, che il sistema scolastico è scomparso, che la luce c’è per chi ha un generatore, che le strade sono ridotte a improbabili piste di sabbia, che l’acqua potabile è un bene prezioso, che paesi e villaggi sono un ammasso di vecchie case fatiscenti o capanne di paglia. I fantasmi dell’epoca coloniale Jowhar è attraversata da quella che fu la strada imperiale d’epoca coloniale. A parte qualche pietra miliare col fascio littorio, non ne resta più nulla, tant’è che le pochissime auto – qualche fuoristrada, pochi zoppicanti camion e rabberciate "124 Fiat" degli anni Cinquanta – vi corrono ai lati: meglio la pista di terra battuta che la gragnuola di buche della strada. Le farmacie, o sedicenti tali, vendono farmaci scaduti e ri-etichettati, o confezioni che del medicamento hanno solo il nome. E l’unico caffè di Jowhar si beve al "Lavazza", un bar che ha riadattato la macchina espresso a funzionare col fuoco a legna. La Somalia vive la pace armata delle milizie, che controllano capillarmente il territorio agli ordini dei "signori della guerra" locali. L’ampia maggioranza di loro si riconosce nel Governo di Abdullhai Yusuf, ma l’area di Mogadiscio e qualche pezzo di territorio sono fuori controllo, sicché il Paese è a macchia di leopardo, con un continuo alternarsi di zone pacificate e altre insicure. Per raggiungere, ad esempio, il villaggio costiero di Igo – a 260 chilometri a nordest di Jowhar, la stessa distanza che c’è fra Milano e Venezia – ci occorrono 20 ore di pista; e per tornare da Warsheik a Jowhar sono necessarie otto ore lungo un tortuoso viottolo sabbioso nella boscaglia, perché la direttrice che sfiora Mogadiscio è pericolosa. Sembra che un colpo di spugna abbia cancellato tutto ciò che l’epoca coloniale e la lunga dittatura di Siad Barre avevano, nel bene e nel male, costruito. Dove erano stati realizzati grandi insediamenti, come lo zuccherificio o la stazione ferroviaria di Jowhar, restano scheletri disadorni. Dove il manufatto era più fragile, come le strade e gli edifici lungo la costa, non ne resta quasi traccia. A Jowhar non si vedono in giro uomini armati, a eccezione dell’apparato di sicurezza del governatore e delle nuove istituzioni somale. Ma Jowhar è un’eccezione. Se c’è una risorsa che non manca in Somalia sono le armi, i miliziani e le "tecniche", ossia i fuoristrada Toyota attrezzati con grossi mitragliatori sul tetto. «Sì, è vero, è tutto da ricostruire, ma oggi il popolo somalo ha ricominciato a sperare, perché finalmente c’è un Governo che vuole la pace. Il compito che ci aspetta è gigantesco», esordisce il presidente Abdullhai Yusuf nell’intervista che ci concede. «In Somalia non c’è legge, non c’è esercito né polizia, non c’è amministrazione», continua Yusuf. «Ci sono solo free-lance della guerra. Pacificare e ricostruire è un lavoro enorme. Ma siamo determinati a rifare la Somalia, a disarmare le milizie, a combattere i terroristi islamici. Abbiamo ancora quattro anni davanti. Sono convinto che ci riusciremo». Riguardo ai gruppi fondamentalisti, il presidente è durissimo: «Sono i primi veri nemici della Somalia, perché non vogliono la stabilità del Paese», conclude. «I miliziani che per 15 anni sono sopravvissuti col fucile devono essere integrati alla vita civile. Ma i terroristi li conosco bene: li ho combattuti e sconfitti nel ’92 e ’93, quando tentavano di insediarsi nella regione di Bosaso. Oggi sono tanti e hanno molti soldi. Vanno sradicati dalla Somalia». Luciano Scalettari COOPERANTI "FAI DA TE" Com’è possibile che l’ospedale di Jowhar sia in condizioni tanto spaventose? Domanda inevitabile, se si ripercorre la sua storia. Sono stati i militari della missione Ibis, nel 1992, a creare l’ospedale. Dopo la fine della missione – negli ultimi 11 anni – la struttura è sempre stata gestita dall’Ong italiana Intersos, che vi ha mandato nel tempo diversi cooperanti. Tuttavia, il team arrivato ora l’ha trovato in condizioni impossibili, con pochi e antiquati strumenti, senza medicine, privo dei requisiti minimi d’igiene. E senza finanziamenti. Come mai? «Occorre fare subito chiarezza su quello che è avvenuto nell’ospedale di Jowhar», dice l’onorevole Mauro Bulgarelli, dei Verdi. «Presenterò un’interrogazione parlamentare per sapere quanti fondi sono stati dati per l’ospedale e che uso ne è stato fatto». «Questo episodio», aggiunge, «conferma che va rivisitato del tutto un certo modo di fare cooperazione. Non devono più esistere progetti che sono in realtà contenitori vuoti, utilizzati solo per introiettare denaro». L.SC. L’IMPEGNO DELL’ITALIA E DELL’EUROPA «Alcuni Paesi purtroppo stanno a guardare. E questo non aiuta la Somalia. Non è così per l’Italia e l’Unione europea che ci stanno offrendo sostegno politico e finanziario». Ali Mohamed Gedi, premier del neonato Governo somalo di transizione parla un ottimo italiano e ha le idee chiare. Sa che il primo problema è uscire dalla "pace armata" in cui le milizie sono ancora in grado di spadroneggiare (secondo Medici senza frontiere negli ultimi mesi ci sono stati 500 feriti da armi da fuoco nei loro ospedali, segno di un livello di violenza ancora intollerabile). Gedi sa che occorre dimostrare alla comunità internazionale che l’opposizione formatasi a Mogadiscio da parte dei vecchi signori della guerra e dai gruppi estremisti islamici è solo una minoranza. Sa che occorre comunque dialogare e mediare, senza prove di forza. «Ma», aggiunge, «occorre pure che l’Onu smascheri i veri scopi di chi solleva problemi strumentali per mantenere la Somalia nell’instabilità e nel caos». Valutazioni che trovano d’accordo anche l’inviato speciale del Governo italiano, Mario Raffaelli, che da due anni segue il processo di pacificazione. «Questo Governo è frutto di due lunghi anni di difficile mediazione. Solo dalla primavera scorsa presidente e Governo stanno operando. È quindi un Governo che media fra tutti i gruppi e le realtà claniche e fra i signori della guerra. La comunità internazionale ha assistito e sostenuto tutto questo processo». Il Governo, però, è nato a Nairobi. «Infatti, ora si è al momento cruciale: Governo e Parlamento sono rientrati in Somalia, seppure con difficoltà . Adesso il processo avvenuto nei palazzi di Nairobi deve essere spiegato alla popolazione, e accettato». L’opposizione è nata dentro lo stesso Governo. Come sanare la frattura? «Ci sono due questioni: la prima è che la minoranza all’opposizione non vuole che fra i caschi blu che devono arrivare ci siano soldati dei Paesi confinanti. Ed è un’obiezione ragionevole, su cui il Governo si è detto d’accordo. La seconda è che la sede del Governo dev’essere da subito Mogadiscio. Questo, però, è un falso problema: è ovvio che la capitale sarà Mogadiscio, ma oggi è ancora molto pericolosa. Appena sarà pacificata, le istituzioni prenderanno subito sede nella capitale. Già nei prossimi giorni si riunirà a Mogadiscio il Consiglio dei ministri». L’Onu e gli Stati Uniti hanno parlato di spaccatura e spingono per la mediazione. «Dialogo e mediazione in questa fase sono importanti. Ma non si può far finta che non ci sia un governo e che ogni problema provochi lo stallo. Non può esistere alcun "diritto di veto", da parte di nessuno». Quali sono gli scopi dell’opposizione? «Oggi mettere insieme due gruppi. Il primo ha un’agenda somala: pone proprie esigenze e istanze per un progetto politico. Il secondo è costituito da estremisti islamici che usano la Somalia per obiettivi più ampi, di instabilità internazionale e di terrorismo. Costoro non vogliono semplicemente alcun governo. Quindi, io dico, non ci sono due parti. C’è l’istituzione, che è una sola, e al suo interno ci sono divergenze. Sostenere che ci sono due fazioni in contrapposizione rischia di dare spazio agli estremisti». La Somalia è stata teatro di molteplici attività illegali. Come sanare questa situazione? «Oggi, c’è chi ricava ingenti introiti da attività economiche, legali e no. Occorre gradualmente portare sotto il controllo dello Stato le attività legali. E stroncare quelle illecite, andando anche a verificarne le conseguenze. Mi riferisco a uno di questi business illegali, quello del traffico di rifiuti e scorie, su cui bisognerà vedere quanto e dove si è inquinato. E quindi si dovrà bonificare». Quote Share this post Link to post Share on other sites
Qandalawi Posted October 1, 2005 Very good language, do you care to translate it. Quote Share this post Link to post Share on other sites
Nephissa Posted October 1, 2005 Il thread in italiano e un'ottima idea. Aahh, ma che bella lingua! Se serve una mano nella translation, sarrei felice di aiutare anche se non credo che da solo ce la farrei. Quote Share this post Link to post Share on other sites
xiinfaniin Posted October 2, 2005 ^^Aftalyaan miyaa? Waxa tiriba lagu yiri, I say As to our fellow OLOL's case, emotions are, some times, very disruptive forces indeed. Quote Share this post Link to post Share on other sites
rudy-Diiriye Posted October 2, 2005 here is the translation: It is The ONLY COUNTRY To the WORLD FROM NEARLY THREE LUSTRI WITHOUT A GOVERNMENT SOMALIA YEAR ZERO After 14 years of civil war, that it has provoked 300,000 sfollati victims and million, the Country alive one risen of "armed peace". In attended that in understood them insedi the new Government. Jowhar, Somalia "This is eighth. Died of malaria. It is not possible. Eight children, understood, killed from one banal malaria ". He shakes the head, Gabriel, and increases the arms, the voice altered from the repressed anger. He seizes a bundle of papers from the writing desk and he churns to them in front of our eyes. "Eight, in less than a month. We can go ahead therefore ". The vent of Gabriel happens in the pediatrics of the hospital of Jowhar. The blue of the walls emphasizes the penumbra and vanishes the lineamenti of the mucchietti of denutriti boneses that the mothers hold in grembo, in the four beds of the small room. We have visited all the small hospital: a leprosy case, some wounds of firearm, a quindicenne with a cancer to the liver in phase finishes them, many sick ones of malaria and malnutriti. And various babies, because obviously maternity is crowded. Gabriel Lonardi is a doctor. Indeed, she is the doctor, only in the beam of tens and the tens of kilometers. Veronese, a cinquantina of years very capacities, Gabriel is tutt' other that a pivello, in cooperation fact: plurispecializzato in tropical diseases, it is as soon as arrived in Somalia after 25 years of Brasi they, directly to the hospital of Jowhar, in order to replace it in sixth with to two other Italians sends to you from the Ong Intersos here: the nurse Maria Salghetti and Alex Maffeis, responsible of the center for the tuberculosis. One after the other, six, five and three months are joints ago, and have found not a hospital but one via of means between girone Dantesque and a immondezzaio. "the great part of the patients introduces the most curable pathologies. But we do not have null in order to cure them. Every day, here, joy moments are alternated and of pain ", it adds the doctor. "Today we have been defeats, this child has been won from the malaria. But yesterday we have saved a baby, come to the light a delivery to trigemellare with one malformation to the rectum. It would be died in little days. Ce we are shrewed just while we went around in corsia with a team of the Red Cross of Nairobi. Membrane was be a matter of a delicate participation in order to remove one and to make the reconstruction of the rectum. "I this participation do not know it to make", I have said the doctor of the Red Cross. "and you". "I yes", it has answered to me simply, "they are surgeon and I know the technique". Made saying: there are threads the shirts to you green and we have operated. The baby is but and is very well. Nearly a miracle: a day or a day after this participation would before not have been possible ". A hospital without medicines Gabriel, Maria and Alex are giving the spirit in order to make to work the little hospital. But they can only give to the own experience and ability. In fact, they do not have medicines, they do not have surgical instruments, they do not have the drinkable water (the only sink is not in courtyard). "Intersos has sends to us here to you, but the financing is still firm to the European Union", says cooperating. Therefore, without moneies and with a almost nonexistent structure, it is given to make to invent solutions, to ask extemporaneous aids the agencies for Nairobi, it is made to send some drug box it and surgical material from the Red Cross. The been born Government to Nairobi Nevertheless, this little hospital has become important. Because to Jowhar there is the new Government of transition - and the presidential center not only finds di.là .dalla road, not more than 50 meters -, not only because the arrival of ministers and parliamentarians has involved a fort afflusso of civil population from all the area, but also because sick and hurt they since arrive the border with Ethiopia, to 300 kilometers of distance, because in the Somalia today the health simply does not exist in the immensest areas. Jowhar, until little months ago, was a paesotto of 22.000 inhabitants. It had a simulacro of hospital, one school, one center of the Unicef and little other. Hour temporary accommodates the Government, been born to Nairobi from the last long conference of peace (fourteenth in 14 years of civil war), in attended that the institutions can re-enter to Mogadishu, the historical understood one them, that it is still in nanny of the "getlteman of the war" and the groups of extremist Muslims. The villa of the governor of Jowhar has been lend to the president Abdullhai Yusuf and the first minister Wings Mohamed Gedi. And the primary school has been red-adapt to receive ministers and parliamentarians: camerate, eight or nine for classroom sleep in, in attended that the lodgings are completed that Italy has sended with an aerial bridge. Our Country has organized 14 flights with prefabbrica you, generating and material logistic in order to predispose the field of training of the first nucleus - 1,500 men - of that will be the new national army and the police. In the Country of the anarchy The Somalia is to year zero. After 14 years of feracious and bloody-thirsty civil war (the esteem is of 300.000 sfollati victims and million and shelters you to the foreign country), enough to cover the impolverate alleys of the city or to try to catch up the near coast not more than 90 kilometers online of air in order to become account of what means living in the only Country to the world that has passed nearly three lustri in the anarchy. It blandamente means that the cellular telephones work perfectly and the airplane of chat (the piantina allucinogena that many somalis chew without pause) land with Swiss puntualità . But it also means that the little existing hospitals are managed from Ong or humanitarian agencies, than the scholastic system is scomparso, than the light there is for who has a generator, than the roads they are reduced to improbable sand tracks, than the drinkable water it is a precious good, than countries and villages are a heap of old fatiscenti houses or straw huts. The ghosts of the colonial age Jowhar is crossed from that it was the imperial road of colonial age. To part some miliare stone with the of the lictor bundle, does not remain any nuller, tant' it is that the least cars - some cross-country vehicle, little zoppicanti trucks and rabberciate "124 Fiat" of years Fifty - run to you to sides: better the track than battered earth that the gragnuola of holes of the road. The such pharmacies, or sedicenti, sell past due and river-labeled drugs, or confection that of the medicine have only the name. And the only coffee of Jowhar is drunk to the "Lavazza", a bar that has red-adapt the expressed machine to work with the fire to firewood. The Somalia alive the armed peace of the military services, that they capillary control the territory to the orders of the "local getlteman of the war". The wide majority of they acknowledges in the Government of Abdullhai Yusuf, but the area of Mogadishu and some piece of territory are outside control, sicché the Country are to spot of leopardo, with a continuous one to alternate of pacificate zones and other uncertain ones. In order to catch up, as an example, the coastal village of Igo - to 260 kilometers to the northeast of Jowhar, the same distance that is between Milan and Venice - is necessary 20 hours to us of track; and in order to return from Warsheik to Jowhar eight hours are necessary long a sabbioso tortuoso viottolo in the scrub, because the director who grazes Mogadishu is dangerous. It seems that a sponge blow has cancelled all that that the colonial age and the long dictatorship of Siad Bars they had, for better or for worse, constructed. Where they had been realizes great takeovers to you, like the zuccherificio or the railway station of Jowhar, skeletons remain disadorni. Where the manufatto one was more fragile, like the roads and the buildings long the coast, of it does not remain near ly trace. To Jowhar armed men do not look at themselves in turn, to exception of the apparatus of emergency of the governor and the new institutions somalis. But Jowhar is an exception. If there is a resource that does not lack in Somalia is the crews, the miliziani and the "techniques", that is the Toyota cross-country vehicle equips to you with large machine gunners on the roof. "Yes, it is true, he is all to reconstruct, but today the people somali have recommenced to hope, because finally there is a Government who wants the peace. The task that it waits for to us is gigantic ", esordisce the president Abdullhai Yusuf in the interview that grants to us. "In Somalia not there is law, not is army neither police, not there is administration", it continues Yusuf. "free-nozzles of the war are alone. Pacificare and to reconstruct is an enormous job. But we are determines to rifare the Somalia to you, to disarm the military services, to fight the terrorist Muslims. We have still four years. They are convinced that we will succeed ourselves ". C$r-with regard to the fondamentalisti groups, the president is hardest: "They are the first true enemies of the Somalia, because they do not want the stability of the Country", he concludes. "the miliziani that for 15 years are survivors with the gun must be integrated to the civil life. But the terrorists I know them well: I have fought them and defeats in ' 92 and ' 93, when they tried of insediarsi in the region of Bosaso. Today they are many and they have many moneies. They go uproots to you from the Somalia ". Luciano Scalettari COOPERATING "YOU MAKE FROM YOU" Com' is possible that the hospital of Jowhar is in frightful conditions much? Unavoidable question, if its history is travelled over again. They have been the soldiers of the Ibis mission, in 1992, to create the hospital. After the end of the mission - in last the 11 years - the structure always has been managed from the Italian Ong Intersos, than it has sent to you in the time various cooperating. However, the arrived team hour has found it in impossible conditions, with little and antiquated instruments, without medicines, lacking in requirement minimums of hygiene. And without financings. How never? "It is necessary to make endured clarity on what it has happened in the hospital of Jowhar", says the member of parliament Mauro Bulgarelli, of the Greens. "I will introduce a interrogation parliamentarian for knowing how many deep ones are given for the hospital and that use of has been made". "This episode", adds, "confirmation that it goes rivisitato of an all sure way to make cooperation. Plans do not have more to exist that are in truth empty containers, only use you for introiettare money ". L.SC. The ENGAGEMENT Of ITALY and EUROPE "Some Countries unfortunately are to watch. And this does not help the Somalia. It is not therefore for the Italy and financial the European Union that are offering political support and ". Wings Mohamed Gedi, premier about the baby Government transition somali speak an optimal Italian and have the clear ideas. It knows that the first problem is to exit from the "armed peace" in which the military services 500 hurt from crews from fire in their hospitals are still in a position to spadroneggiare (according to Doctors without frontiers in recent months have been, sign of a level of still intolerable violence). Gedi knows that it is necessary to demonstrate to the international community that the opposition formed to Mogadishu from part of the old getlteman of the war and from the extremist groups Muslims is only one minority. It knows that it is necessary however to converse and to mediate, without force tests. "But", it adds, "it is necessary also that the UN unmasks the true scopes of who raises problems orchestrates them in order to maintain the Somalia in the instability and the chaos". Appraisals that find of agreement also the special envoy of the Italian Government, Mario Raffaelli, than from two years follows the pacification process. "This Government is fruit of two long years of difficult mediation. From the past spring president and Government are only operating. He is therefore a Government who medium between all the groups and the claniche truths and between the getlteman of the war. The international community has assisted and supported all this process ". The Government, but, is been born to Nairobi. "In fact, hour is at the crucial moment: Government and Parliament are re-enter to you in Somalia, even though with difficulty. Now the process happened in the palaces of Nairobi must be explained to the population, and be accepted ". The opposition is been born within the same Government. How to heal the fracture? "there are two issues: before it is that the minority to the opposition does not want that between falls blueta that must arrive are soldiers of the adjacent Countries. And it is a reasonable objection, on which the Government it has been said of agreement. The second one is that the president's house dev' from to be endured Mogadishu. This, but, is a false problem: it is obvious that the understood one them it will be Mogadishu, but today is still much dangerous one. As soon as it will be pacificata, the institutions will take endured center in the understood one them. Already in the next few days the Council of Ministers will gather to Mogadishu ". The UN and the United States have spoken about split and push for the mediation. "Dialogue and mediation in this phase are important. But feint cannot be made that not there is a government and that every problem provokes the stall. Some "right of veto" cannot exist, from part of nobody ". Which are the scopes of the opposition? "Today to put with two groups. The first one has an agenda somali: it places own requirements and requests for a political plan. The second is constituted from extremist Muslims that use the Somalia for object to you more wide, than international instability and of terrorism. Costoro does not want simply some government. Therefore, I say, not there am two parts. There is the institution, that it is a single one, and to its inside there are divergences. To support that there are two factions in contrast risks to giving space to the extremists ". The Somalia has been theatre of multiple illegal activities. How to heal this situation? "Today, there is who gains huge returns from economic activities, lawyers and not. It is gradually necessary to carry under the control of the State the activities lawyers. And to demolish those illicit ones, going also to verify of the consequences. I refer to one of these business illegal, that one of the traffic of refusals and slags, on which it will have to see how much and where it is polluted. And therefore it will have to be cleared ". Quote Share this post Link to post Share on other sites
Bakar Posted October 3, 2005 Dove hai trovato la articolo? Ce soni tanti nomads che hano avuto problema con questa articolo. Per biecere, amicho mie, non posiamo capire, voliamo trudizione per tuti articoli. It took me 15 minutes to write thses couple of sentences. Oh well so did this one. I feel like I am Chretiene, former prime minister, when hes was asked why he didn't master both language, french and english. His reponse was: I speak the language most Canadian do. Quote Share this post Link to post Share on other sites